E’ stato dimesso oggi dall’ospedale di Busto Arsizio dove era piantonato dai carabinieri, Alessandro Maja, l’uomo che ha ucciso la moglie e la figlia e ha tentato di uccidere anche il figlio di 23 anni, che è stato sottoposto ad un delicato intervento in ospedale a Varese ma le sue condizioni sono gravi.
Ieri il pm di turno Carlo Alberto Lafiandra, lo ha raggiunto in ospedale per interrogarlo, ma l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel pomeriggio l’uomo era stato trasferito a Milano per le cure del caso in seguito alle ferite riportate nel tentativo forse di uccidersi.
Poi dimesso, è stato portato in carcere a Monza.
Agli avvocati Enrico Milani e Sabrina Lamera ha chiesto di rinviare a quando sarà nelle condizioni psicofisiche per poter spiegare e ricostruire cosa è accaduto nella villetta di via Torino.
Da chiarire ancora la dinamica della strage e anche l’arma utilizzata dall’uomo.
Forse per prima è stata colpita la moglie, che dormiva sul divano, poi la figlia e infine il figlio, che avrebbe reagito e anche chiamato aiuto: grida che sarebbero state sentite da una vicina.
A quanto pare l’uomo si sarebbe avventato su di loro con un martello e forse anche con un trapano, trovato in caso e sporco di sangue.
Nei prossimi giorni verrà conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’autopsia sui corpi di Stefania e Giulia e nel frattempo dovrà essere fissato l’interrogatorio di convalida davanti al gip Luisa Bovitutti, salvo impedimenti clinici dell’indagato.
Le accuse contro di lui, allo stato, sono di duplice omicidio volontario aggravato e di tentato omicidio.
Oggi i carabinieri ascolteranno parenti, amici e anche colleghi dello studio milanese di Alessandro Giovanni Maja, che non risulta iscritto all’ordine degli architetti ma a quello dei geometri.