Diverse pagine di fatture false, elencate dalla Guardia di finanza a supporto dell’indagine che ha portato in carcere 3 persone per una maxi frode di oltre 34 milioni di euro.
Al centro dell’indagine diverse società cartiere, nate al solo scopo di emettere fatture false, che hanno prodotto evasione fiscale e frode dell’Iva.
Gli arrestati sono un uomo di Como di 58 anni, una donna Svizzera di 49 e un’altra donna di Besana in Brianza di 52 anni.
Le due donne risultavano amministratrici di fatto di due ditte di Castellanza, una poi spostata a Milano, che emettevano fatture per operazioni inesistenti nei confronti di ogni tipo di società, almeno 70 quelle coinvolte tra Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Fagnano Olona e Gorla Minore.
I tre potevano contare anche su conti correnti in Ungheria e in Svizzera sui quali “far girare” gli importi evasi: la cifra transitata si aggira sui 12 milioni di euro.
Le società “cartiera” tratteneva il 7% della cifra. Il 2% andava a compensare le spese, il 5% era l’incasso garantito ai sodali.
Sequestrati 2.300 euro trovati a casa di uno degli indagati oltre a 215.000 euro all’interno di uno degli stabilimenti perquisiti dalle fiamme gialle.
E sempre nell’abitazione dello stesso indagato è stato ritrovato il tesoretto in orologi anch’esso sottoposto a sequestro preventivo: Rolex Submarine, Cartier Pasha e Cartier Santos.
In una intercettazione, uno degli arrestati, preoccupato perché nessuno dei sodali rispondeva al telefono, racconta di essere andato di corsa a casa a smontare la vasca da bagno dove aveva nascosto i soldi in contanti, convinto che i soci fossero stati fermati dalle forze dell’ordine e dunque sarebbero arrivati a lui.
Recuperati i pacchetti li aveva portati a sua sorella e li aveva messi nel suo box.
In un’altra intercettazione, una delle due donne chiede all’uomo di portarle i soldi da consegnare, e lui: ”… io vado li in bagno a contare cosa vuoi che ti dica…io lo sai che li conto con la macchinetta, quindi…faccio due pacchetti”.