Emergono nuovi dettagli sulla tragedia della funivia del Mottarone, che il 23 maggio 2021 provocò la morte di 14 persone e il ferimento del piccolo Eitan, unico sopravvissuto.
Secondo la relazione intermedia di Digifema (Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime), alla base della strage ci sarebbe il “progressivo invecchiamento della fune traente in corrispondenza dell’attacco della testa fusa”.
Nel rapporto ministeriale si parla anche di “inadeguata formazione del personale” e carenze di organizzazione e manutenzione.
Due cause indirette dell’incidente sono legate dunque al fattore umano e alla sua organizzazione lavorativa in “assenza di un sistema di gestione della sicurezza con individuazione di ruoli e responsabilità nell’organizzazione”. Il progressivo invecchiamento della fune traente è dovuto invece “a fenomeni di corrosione, fatica e dissesti o torsione non adeguatamente monitorati”.
Nella relazione della commissione d’indagine, composta dal professore Roberto Maja e dall’ingegnere Sergio Simeone, si legge anche che il personale al lavoro nella funivia sul Mottarone a Stresa “è insufficiente per svolgere le visite e i controlli previsti”. Inoltre gli agenti (macchinista e agente di stazione/di cabina) “hanno evidenziato una formazione professionale della mansione insufficiente e lacunosa, conseguenza di un processo formativo esclusivamente impostato sul sapere fare (pratica) acquisito con poche giornate di apprendistato”.
Il rapporto ministeriali sottolinea poi “un approccio al lavoro approssimativo, consuetudinario e deresponsabilizzato, con scarsa conoscenza della missione da svolgere”. Una situazione dovuta alla mancanza di un’adeguata formazione del personale della funivia, già di per sé “scarso e non sufficiente”, un'”organizzazione minimale ma estremamente gerarchizzata e la pressoché totale assenza di registrazioni”.
Il registro delle verifiche e delle prove giornaliere, settimanali e mensili della funivia del Mottarone, relativo al periodo dal 7 ottobre 2020 al 23 maggio 2021, giorno della tragedia costata la vita a 14 persone, evidenzia un “servizio che è stato discontinuo e limitato in genere ai fine settimana e a particolari periodi festivi”.
Certo, se i forchettoni non fossero stati inseriti il disastro del Mottarone del 23 maggio dello scorso anno probabilmente sarebbe stato evitato. Il dispositivo disattiva infatti il sistema frenante delle cabine in caso di emergenza. La causa prima della sciagura è però la rottura della fune che trainava le cabine da una stazione all’altra. Perché si è spezzata? A questa domanda hanno cercato di rispondere i commissari della Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime (Digifema) che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e che il 20 maggio ha depositato ai magistrati di Verbania una «relazione intermedia» sulle cause.