“Noi siamo come le raccomandate, arriviamo direttamente a casa”: questa battuta, al telefono con un imprenditore del Nord Italia, dice tutto. A parlare una delle persone finite in carcere oggi nel blitz contro la ‘Ndrangheta, coordinato dalla Procura di Milano Firenze e Reggio Calabria.
La frase che mostra “minaccia e autorevolezza” della ‘ndrangheta che è ora sia malavita ‘2.0 società per affari’ con imprenditori costretti a diventare “complici e a fornirei l loro know-how” dall’altra ancora legata alla “tradizione” violenta delle cosche.
Questo il quadro in cui si inserisce l’operazione che vede un filone lombardo legato alla cosca Molè e nel quale è coinvolto anche l’ex sindaco di Lomazzo Marino Carugati e anche Cesare Pravisano ex assessore della giunta che era guidata dal primo cittadino, entrambi, tra l’altro, già condannati per bancarotta.
Della locale di Fino Mornasco fanno parte anche 7 persone arrestate n provincia di Varese: uno abitava in zona Gallarate, due a Saronno (tra questi un noto commercialista già coinvolto in un’indagine per fatture false), uno a Castronno, due a Gerenzano e uno a Cislago.
A tutti viene contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso: gruppi che, seppur dotati di una certa autonoma, operavano in stretta sinergia.
Gli affari della criminalità organizzata spaziavano in vari settori: da quello delle pulizie a quello dei trasporti, senza dimenticare la ristorazione, e in tutti i campi l’evasione fiscale.
Nel caso della ristorazione, c’è l’esempio di un ristorante milanese al 20esimo piano del grattacielo Wjc al Portello gestito da una società riconducibile agli indagati, dichiarato fallito “per aver sistematicamente omesso il versamento delle imposte”, ma che in realtà serviva per drenare le risorse.
Agli indagati viene, altresì, contestato, in via indiziaria, l’utilizzo di modalità estorsive, di violenze e di fatti di illecita concorrenza che avrebbero consentito di gestire i sub appalti di una nota e storica società lombarda operante nel settore della produzione di bevande e connessa logistica. Le commesse di trasporto così illecitamente acquisite venivano poi spartite tra i vari affiliati consentendo a tutti lauti guadagni accresciuti, altresì, dal ricorso sistematico a false fatturazioni.
Permane anche l’interesse per il traffico di stupefacenti, nell’ambito del quale sono chiaramente emerse le mire espansionistiche verso la Svizzera e, in particolare, verso il Cantone San Gallo divenuto una vera e propria base logistica per alcuni dei soggetti indagati che vi si sono stabilmente insediati, dedicandosi prevalentemente ai traffici di sostanza stupefacente proveniente dall’Italia, provvedendo, nel contempo, a radicarsi e ramificarsi allo scopo di costituire in loco nuove strutture territoriali di ‘ndrangheta.
«La criminalità organizzata non è un fenomeno incentrato solo in certe regioni, qua ha più difficoltà a prendere il controllo, anche politico, ma rischia di arrivare a prenderlo, se non si alza la soglia di allerta». È l’appello alla «società civile» lanciato da Targetti, che avverte gli imprenditori: «Chi si avvicina a questo mondo, per difficoltà o per timore nell’illusione di guadagnare migliori condizioni, deve sapere che sta giocando col fuoco».