Il campanile abbassa la mascherina che lo tiene nascosto in questi ultimi tempi. I lavori di restauro procedono secondo il programma stabilito e, terminata la manutenzione della “cipolla” alla sommità della torre, la parte più alta del ponteggio è stata rimossa restituendo la vista della sommità. La cupola in rame non è opera del Bernascone: il “Mancino”, infatti, aveva previsto una guglia conica a punta. Alla sua morte (1627), essendo ancora la costruzione in divenire, furono i fratelli Giuseppe e Giulio Baroffio a completare la torre, immaginando la testa a cipolla che tuttora troneggia in cima al campanile.
Assieme alla guglia i lavori hanno interessato la bandiera segnavento, che ora è tornata libera di muoversi seguendo il flusso dell’aria, e il parafulmine. I lavori della “Gasparoli”, l’azienda gallaratese alla quale sono stati affidate le opere di restauro, proseguono a buon ritmo ed entro la metà del mese prossimo il ponteggio dovrebbe scendere all’altezza della balconata, riconsegnando alla città buona parte del suo simbolo.