Nell’ambito delle attività di contrasto al riciclaggio, i militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Como hanno eseguito controlli nei confronti di 4 attività rientranti
nella categoria commerciale dei “compro oro”, finalizzati a prevenire il reimpiego di capitali
o beni di provenienza illecita nello specifico settore economico.
Le operazioni di servizio sono state eseguite dai militari delle Compagnie di Como e di
Olgiate Comasco e hanno consentito di rilevare diverse violazioni alla normativa
antiriciclaggio.
Nel corso di 3 controlli effettuati dai “Baschi Verdi” di Como, è stata accertata l’omessa
dichiarazione di operazioni di vendita di beni preziosi di importo superiore a 12.500 euro
(soglia al di sopra della quale è prevista una specifica comunicazione all’Unità
d’Informazione Finanziaria della Banca D’Italia), l’omessa segnalazione di operazioni
sospette, relative a diverse cessioni di prodotti in oro concluse, in un ristretto arco
temporale, con pagamenti frazionati in contanti, nonché la presenza di 3 bilance con
revisione periodica scaduta, omologazione non conforme e prive del marchio di conformità
CE, che attesta il rispetto dei requisiti tecnici per la determinazione del prezzo di vendita
dell’oro. Tali bilance, per le irregolarità riscontrate, sono state sottoposte a sequestro
amministrativo.
Pertanto, i responsabili delle attività di compravendita di preziosi usati sono stati
rispettivamente segnalati all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca D’Italia per
l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative che, in base alla Legge 7/2000, vanno
da un minimo del 10% ad un massimo del 40% del valore negoziato, al Ministero
dell’Economia e delle Finanze per l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative che,
in base al D.Lgs. 92/2017, oscillano da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 50.000
euro, nonchè alla Camera di Commercio Como-Lecco per l’applicazione delle previste
sanzioni amministrative che, in base al D.Lgs. 517/92, oscillano da un minimo di 500 euro
ad un massimo di 1.500 euro.
Il controllo valutario eseguito dai Finanzieri di Olgiate Comasco ha permesso di appurare
come il titolare del “compro oro” avesse deliberatamente identificato falsamente taluni
clienti, al fine di celare le reali identità degli avventori del negozio e, per di più, avesse
frazionato il valore delle operazioni per evitare pagamenti tracciati.
In particolare, sono state individuate operazioni fraudolentemente frazionate per importi
superiori alla soglia prevista per complessivi 24.610 euro, oltre a quattro operazioni di
fittizia identificazione di soggetti cedenti materiale aurifero, per un totale di € 42.100,00.