L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone, è stata chiamata “The Caucasian Job” ed è partita da un’operazione svolta in Austria. Il modus operandi era ormai collaudato: il cliente contattava al telefono o via web il gruppo criminale indicando la tipologia di documento richiesto. Dopo aver ricevuto la foto dal cliente e la conferma del pagamento, venivano spediti i documenti con un corriere. Il costo era compreso tra i 300 e i 1.500 euro a seconda della tipologia e della quantità dell’ordine. Al momento non è stato possibile identificare i clienti. I recenti episodi violenti a Parigi, Nizza e Vienna hanno convinto gli investigatori ad accelerare la chiusura dell’operazione e così è stato eseguito un decreto di perquisizione a Varese.
Nemmeno il Covid era riuscito a fermare i traffici di documenti architettati dal ceceno, che lavorava in ‘smartworking’: infatti non si muoveva mai dal suo appartamento di Varese e riceveva ordini attraverso un sito web e un profilo Instagram. Usava i social con tale spregiudicatezza da pubblicizzare liberamente i suoi ‘prodotti’: sul profilo Instagram indicava “Carte di identita’ incluso formato elettronico. Siamo pronti ad aiutarti nell’ottenimento di documenti europei. Fare una carta d’identita’. Patenti di tipo internazionale”; e forniva addirittura la “garanzia soddisfatti o rimborsati”: “Noi garantiamo il completamento del lavoro al 100%, altrimenti vi rimborseremo i vostri soldi”, scriveva.
Il 35enne, peraltro, aveva in corso una causa di asilo in fase di contenzioso all’Ufficio Immigrazione della Questura di Varese. Perquisiti anche due ucraini, uno di 64 anni e uno di 42, entrambi regolari sul territorio nazionale. Tutto il materiale sequestrato dalla polizia – 30 documenti falsi (carte d’identita’, patenti, passaporti, etc.), 4 personal computer e 14 telefoni cellulari andra’ scandagliato.