Roberto Maroni, ex ministro, ex presidente della Lombardia ed ex segretario della Lega Nord, è stato assolto dalla Corte di Cassazione dall’accusa di aver fatto assumere una sua ex collaboratrice a Eupolis, una società controllata dalla regione che si occupa di formazione.
La Cassazione ha annullato la sentenza del novembre del 2019 della Corte d’appello che aveva condannato Maroni a un anno di reclusione e a 450 euro di multa per «concorso in turbata libertà degli incanti», reato che ora la Cassazione definisce «non configurabile» in relazione allo svolgimento non di una procedura di gara, intesa come meccanismo selettivo di competizione e concorrenza tra i candidati, ma di una mera comparazione di profili professionali di soggetti rimasti ignari del procedimento interno di selezione.
La vicenda riguardava il conferimento da parte di Eupolis Lombardia – ente di ricerca della Regione – di una consulenza in favore della Carluccio, che secondo l’accusa sarebbe stata “turbata dalle concordate interferenze degli imputati”.
Oltre a Maroni sono stati assolti anche gli altri tre co-imputati del processo: Giacomo Ciriello, ex capo di segreteria del presidente della Lombardia, Andrea Gibelli, ex segretario generale della regione, e Mara Carluccio, la persona che secondo l’accusa sarebbe stata fatta assumere da Maroni.