Di seguito il testo della lettera che il presidente della Provincia ha inviato ai sindaci del territorio per richiamare l’attenzione sulla necessità di mantenere una linea di condotta condivisa e coordinata in vista della cosiddetta “fase 2”.
“Con questa lettera, vorrei anzitutto ringraziare tutti voi, a nome dei cittadini della Provincia di Varese, per il lavoro e l’impegno che avete garantito durante questo periodo di emergenza Covid – 19, insieme a tutto il personale sanitario che opera sul nostro territorio, alle Forze di Polizia e ai dipendenti in servizio presso Provincia e Comuni.
Lo sforzo che è stato richiesto alle nostre amministrazioni è stato straordinario, così come straordinaria è stata la risposta all’emergenza sanitaria.
Purtroppo, siamo soltanto all’inizio, in quanto è unanimemente accertato che, conclusa questa prima fase, che tanta sofferenza ha comportato, se ne aprirà una seconda dove saremo chiamati a nuove sfide, senza avere esperienze precedenti utili per illuminare il nostro percorso.
Avremo bisogno di restare uniti e decidere le nostre azioni insieme e adottare provvedimenti condivisi e coordinati.
Certamente, non intendo assumere comportamenti che possano affievolire le prerogative dei Sindaci, ma anzi, approfittare della ricchezza derivante dalle diverse sensibilità ed esperienze.
E poi condividerle, per essere più vicini ai nostri cittadini e dare risposte le più uniformi possibile, anche considerando le differenze con cui il nostro territorio deve fare i conti.
Immediatamente, dovremmo rinunciare a gestire gli aspetti scientifici, delegando agli esperti le scelte più convenienti, le modalità e gli aspetti più significativi.
Ho avuto recentemente occasione di parlare con illustri rappresentanti del mondo accademico e scientifico, che, fra l’altro, fanno parte del team di esperti chiamati dal ministro della salute Roberto Speranza per mettere a disposizione la propria competenza ed esperienza clinica nel contenimento del coronavirus Covid-19.
A loro parere, i test sierologici non sono tutti uguali e sono disponibili sul mercato test che hanno basse percentuali di affidabilità che, come ben si comprende, non sono utili e addirittura possono rivelarsi dannosi perché danno assicurazioni di immunità non veritiere.
Occorre, invece, rivolgersi ad analisi approvate dagli esperti, come quelle in distribuzione dal 21 aprile su indicazione della Regione Lombardia, che saranno certamente meno veloci – è necessario un vero e proprio prelievo effettuato nelle strutture competenti -, ma decisamente più idonee a fornire risultati certi.
Quindi, pur riconoscendo il valore delle azioni di qualche collega che ha voluto spronare gli organi competenti ad accelerare i test diagnostici, credo che decidere
direttamente quanti tamponi naso-faringei dovranno essere effettuati nei nostri comuni, quali test sierologici, a chi dare la precedenza, siano questioni che vadano risolte unitariamente e uniformemente, con gli esperti e sotto la supervisione della Regione Lombardia, senza fughe in avanti, ma senza lasciare dietro nessuno.
Quello che dovremmo chiedere, invece, è la garanzia che i test vengano fatti, siano in numero sufficiente, vengano analizzati in tempi rapidi e, soprattutto, servano veramente per permettere una ripresa graduale, ma necessaria delle attività, con particolare attenzione alle attività di aziende e imprese commerciali.
Sfruttiamo le nostre attribuzioni e le nostre prerogative per il bene delle nostre comunità.
Ancora ringraziando per l’attenzione, formulo i miei migliori saluti e auguro buon lavoro “.