“Da soli non ce la possiamo fare” queste le drammatiche parole del direttore generale della Fondazione Menotti- Bassani di Laveno Giovanni Bianchi che in un lettera lancia un grido di dolore e una supplica per i ricoverati.
“Ci stiamo battendo allo stremo delle forze per affrontare una situazione drammatica”, dice “Abbiamo bisogno di cinque medici per suddividere il lavoro sui piani , di dodici infermieri per rendere il più efficace possibile il lavoro di assistenza e protezione, di settemila mascherine FFP2, oggi indispensabili per proteggere tutti, e di tremila camici protettivi“.
Sono già morte quattordici persone tra cui anche il novantenne cappellano don Giovanni Ferrè.
Da giorni era partita la richiesta, come quella di strumenti di protezione già dalla fine di febbraio. Le risposte sono state poche e insufficienti a far fronte all’emergenza.
Il contesto più delicato ora è quella del 1° e 2° piano Bassani.
Sotto controllo è invece il livello generale del terzo piano, dove si era verificato il primo focolaio.
Casi sono presenti anche negli altri nuclei e i soggetti interessati sono stati prontamente isolati.
Le terapie farmacologiche sono state tutte impostate.
La situazione complessiva però non sta migliorando e coinvolge tutti.
In primis gli ospiti, ma con loro tutto il personale e i famigliari.
Il direttore generale di Ats Lucas Gutierrez ha risposto al grido di allarme della casa di riposo.
“Stiamo monitorando con attenzione e posso affermare con certezza che la situazione è sotto controllo. Da oggi potranno disporre anche di un macchinario mobile per fare gli Rx ai polmoni”.