Stefano Binda è stato tre giorni a Roma per vedere il Papa e per assistere all’Udienza riservata alla Polizia Penitenziaria, ai Volontari e al Personale delle carceri italiane.
“Un’emozione unica vedere il Papa”, ha detto Binda, che pur non avendo ufficialmente il ruolo di volontario, se lo è guadagnato “sul campo” per la sua attività a favore dei detenuti durante la sua carcerazione.
A chiedergli di unirsi al gruppo in partenza è stato il cappellano don David Maria Riboldi, che ben sapeva del desiderio di Stefano di poter vedere il Santo Padre.
“L’impatto è stato molto forte”, ha detto Stefano.“Mi sono davvero commosso perché ho con lui un debito di gratitudine. Ho trascorso l’Anno Santo della Misericordia in carcere e se ho potuto varcare anche io la porta Santa è proprio perché Sua Santità ha voluto che le porte delle Cappelle delle carceri e anche le porte delle celle fossero “Porte Sante” in quella occasione. Per la grazia che ha fatto a tutti noi detenuti ho una gratitudine davvero enorme verso di lui”